Terremoti nei Campi Flegrei: il monitoraggio termico dallo spazio potrebbe aiutare? Lo studio INGV

I continui terremoti che hanno avuto luogo in questi ultimi mesi nei Campi Flegrei stanno dando il via a possibili iniziative da intraprendere per riuscire a prevedere gli eventi sismici prima che questi accadano. In materia di prevenzione dei terremoti, l'ultima novità arriva da un nuovo studio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), pubblicato su Remote Sensing Letters, che si basa sui dati termici nella zona dei Campi Flegrei forniti dalla Stazione Spaziale Internazionale, in modo da rilevare le variazioni di temperatura che avvengono solitamente prima dei terremoti con intensità maggiore rispetto alle piccole scosse.
Terremoti Campi Flegrei e monitoraggio termico dallo spazio: lo studio dell'INGV
Lo studio pone al centro dell'attenzione i rilevamenti termici che vengono effettuati solitamente da Ecostress, un sensore della NASA-JPL, che si trova sulla Stazione Spaziale Internazionale. L'obiettivo è quello di allertare il prima possibile la popolazione in caso di terremoti.
Il dato più interessante della ricerca effettuata dagli esperti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), è l’aumento della temperatura a livello del suolo riscontrato nei giorni che precedevano i terremoti che hanno avuto luogo nei Campi Flegrei. L'aumento della temperatura del suolo non previsto si è verificato proprio prima delle scosse più grandi che sono avvenute nell'area interessata dal sisma.
Il metodo dello studio
Le rilevazioni sono state eseguite da Ecostress, sensore della NASA-JPL che si trova sulla Stazione Spaziale Internazionale, in grado di rilevare la temperatura della superficie con una risoluzione spaziale elevata di circa 70 m e passaggi frequenti sulla stessa area per tre giorni.
Alessandro Piscini, ricercatore dell’INGV e primo autore dello studio spiega: "Abbiamo rilevato variazioni anomale di temperatura nella zona di emissione della Solfatara che hanno preceduto alcuni terremoti di maggiore intensità, con un anticipo che va da pochi giorni a poche settimane".
I casi al centro della ricerca
Con dati e date alla mano, si evince che il 17 maggio 2024 un aumento della temperatura di 5°C è avvenuto tre giorni prima del terremoto di magnitudo 4.4. Il terremoto con magnitudo 4.2 del 27 settembre 2023, è stato anticipato da un aumento di temperatura di 7°C che ha avuto luogo il 21 settembre.
Sono diversi i metodi di statistiche che evidenziano delle anomalie nelle temperature prima di ogni singolo evento sismico. Sempre grazie ai dati forniti dalla Stazione Spaziale Internazionale si evince che la differenza di temperatura è aumentata durante gli anni, in concomitanza con l’innalzamento del suolo (bradisismo) e l’emissione di anidride carbonica.
Stando a quanto dichiarato quindi dai ricercatori, il monitoraggio satellitare constante che viene effettuato grazie alla Stazione Spaziale Internazionale potrebbe offrire un monitoraggio dei terremoti nell'area dei Campi Flegrei. Le osservazioni del sensore della NASA-JPL denominato Ecostress, potrebbero quindi consentire di ottenere dati più precisi nel monitorare i terremoti.