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Equinozio d’autunno, ecco perché non sarà il 21 ma il 23 settembre

Sapete perché quest'anno l'estate non finisce il 21 settembre? Ecco la spiegazione del ritardo dell'equinozio d'autunno
20 Settembre 2022 - ore 15:33 Redatto da Redazione Meteo.it
20 Settembre 2022 - ore 15:33 Redatto da Redazione Meteo.it
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L'estate è giunta al capolinea, ma quando finisce esattamente? Solitamente si crede che finisca il 21 settembre, ma quest'anno non sarà così e vi spieghiamo il perché.

Equinozio d'autunno, quando finisce l'estate quest'anno?

Anche a voi hanno sempre insegnato che l'estate finisce il 21 settembre con l'inizio dell'autunno? Bene, sappiate che non è proprio così ed è giunta l'ora di sfatare questo mito dicendo che la data è variabile, seppur di poco. L'evento che sancisce la fine dell'estate è l'equinozio d'autunno e in quest'occasione il dì e la notte hanno la stessa durata. Il nome, infatti, deriva dal latino "aequinoctium" che significa, appunto, "notte uguale". Questo avviene perché l'equinozio corrisponde a quel momento della rivoluzione terrestre intorno al sole in cui quest’ultimo si trova allo zenit dell’equatore.

Questo è un  evento che accade solamente due volte l'anno: in autunno e in primavera. In entrambe le occasioni, infatti, l’asse di rotazione terrestre risulta perpendicolare alla direzione dei raggi solari e la durata del dì continuerà a diminuire di giorno in giorno fino al solstizio d'inverno del 21 dicembre, dal quale poi il dì tornerà ad allungarsi. Quest'anno tutto ciò avverrà il 23 settembre, alle 3.03 ora italiana, quindi due giorni dopo il tradizionale 21 settembre: come mai questo ritardo?

Perché quest'anno l'estate finisce dopo

Resta da chiarire come mai l'equinozio d'autunno non avvenga sempre il 21 settembre e per farlo dobbiamo fare un piccolo ripasso di geografia astronomica basilare. L'anno, come sappiamo, dura convenzionalmente 365 giorni, ma astronomicamente no, perché la Terra impiega 365,265 giorni esatti a compiere un’orbita completa intorno al Sole con uno scarto - quindi - di 0,265 rispetto al calendario gregoriano. Ciò vuol dire che ogni 4 anni la somma degli scarti accumulati costituisce un giorno in più, che viene infatti recuperato con l'aggiunta di un giorno nell'anno bisestile . Ma questo giorno viene aggiunto a febbraio e l'equinozio d'autunno, che risponde alle dinamiche astronomiche e non a quelle del nostro calendario, ne subisce le ovvie conseguenze.

Non solo, perché ad aiutarci nella spiegazione ci viene in soccorso Keplero, il primo a descrivere le orbite dei pianeti attorno al Sole con delle leggi matematiche ancora valide. Nei suoi studi rivelò che la Terra rallenta quando è più lontana dal Sole (in afelio) e questo rallentamento avviene durante la nostra estate. Ecco il motivo del ritardo e della variabilità del giorno della fine dell'estate, che scientificamente si è discostata dalla tradizione alla quale siamo abituati e che nel mondo si continua a celebrare con riti e ricorrenze in onore dell'equinozio d'autunno.

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