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Padelle antiaderenti in teflon: studio rivela il rischio di microplastiche rilasciate da quelle rovinate

Pentole e padelle antiaderenti in teflon rilasciano microplastiche sia durante l'utilizzo che in fase di lavaggio. I risultati in uno studio
9 Novembre 2022 - ore 15:18 Redatto da Redazione Meteo.it
9 Novembre 2022 - ore 15:18 Redatto da Redazione Meteo.it
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Immagine di repertorio

Utilizzare padelle antiaderenti in teflon rovinate non è una buona idea, lo sapevamo già. Un recente studio tuttavia ha "quantificato" i danni per la salute legati a questa cattiva abitudine, e i risultati sono davvero preoccupanti.

Come si ottiene il rivestimento antiaderente?

Una qualità che sicuramente non sfugge è quella legata al rivestimento antiaderente di pentole e padelle, che impedisce ai cibi di attaccarsi sul fondo. Per ottenere questo effetto le stoviglie vengono trattate con un composto a base di fluoro: maggiore è il numero di strati a cui viene sottoposto e migliore sarà l'effetto antiaderente, ma anche la facilità di pulizia e la durata.

Con queste qualità era pressoché impossibile pensare che pentole e tegami con rivestimento in teflon non entrassero nell'uso comune e in effetti oggi difficilmente possiamo trovare una cucina in cui non siano presenti padelle o tegami di questo tipo. Tuttavia - sebbene le migliori padelle in teflon possano vantare lunga vita - è inevitabile che dopo molti utilizzi e lavaggi inizino a mostrare segni di cedimento. Ciò è inevitabile, e avviene anche nel caso in cui il fondo antiaderente consenta di cucinare senza oli. Cosa succede a questo punto? Ce lo rivela uno studio.

Pentole e padelle antiaderenti nuove e usate al centro dello studio sulle microplastiche

Un gruppo di ricercatori australiani del Global Center for Environmental Remediation e del Flinders Institute of NanoScale Science and Engineering, ha testato sei diverse padelle e pentole antiaderenti nuove e usate, imitando un processo di cottura o pulizia.

Sebbene non siano stati mai utilizzati cibo o oli da cucina i risultati dello studio si sono dimostrati preoccupanti per la salute pubblica. I campioni testati sono stati "trattati" con una spugnetta in lana d'acciaio inossidabile, una pinza per barbecue, una spatola di legno e una d'acciaio, per comprendere quali sostanze possano essere rilasciate sia durante la fase di cottura che il lavaggio.

I risultati del report parlano di circa 2 milioni di piccole particelle di plastica, conosciute anche come microplastiche o nano-plastiche. Il rivestimento, come ha fatto sapere il professor Cheng Fang - uno degli autori dello studio - tende a cedere in modo graduale e, anche in assenza di danni alle pentole, è possibile che si verifichino rilasci di particelle di plastica nel tempo. Sulla questione relativa ai potenziali danni per la salute - per il momento - non si hanno dati certi. Come dichiarato dallo stesso professor Fang:

Il materiale di rivestimento antiaderente Teflon è generalmente un membro della famiglia dei PFAS. Dato che i PFAS sono una grande preoccupazione, queste microparticelle di teflon nel nostro cibo potrebbero essere un problema per la salute, che deve essere indagato perché non sappiamo molto di questi contaminanti emergenti.

Il professor Youhong Tang - altro autore dello studio - ha affermato che la ricerca serve per mettere in guardia le persone richiamando la loro attenzione sull'importanza di una accurata selezione e un impiego consapevole degli utensili per evitare la contaminazione dei cibi, ma occorrono ulteriori ricerche sul teflon per poter fare maggiore chiarezza.

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Ultimo aggiornamento Venerdì 17 Maggio ore 04:05

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